L'online internazionale ritorna sul " Caso Pescia " il giorno prima della Ricorrenza della Dipartita di Andrea...

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Domani 10 febbraio è una data importante per l'Associazione organizzazione non lucrativa di utilità sociale Andrea Pescia - Per i bimbi del Brasile, per il presidente, Bruno Pescia, e per l'Escola filantropica Andrea Pescia di Fortaleza: la capitale dello Stato del Ceará, in Brasile. Ricorrono 11 anni dall'omicidio del padovano Andrea Pescia, il figlio di Bruno.

Che fu trucidato - nella metropoli del Nordeste - da Paulo Henrique "Erê" Soares Pereira. Il balordo - evaso nell'aprile del 2013 in seguito ad un permesso per lavoro esterno, nell'indifferenza delle Istituzioni locali - è ancora latitante. Come la nostra testata ha descritto in più articoli, la famiglia di Andrea - che ha lasciato un figlio, André Júnior, ha deciso di trasformare la rabbia in amore.

E ha realizzato una scuola - aperta a 250 alunni - nella favela Garibaldi del quartiere Serrinha di Fortaleza. Segue l'intervista al presidente Pescia.

Come procedono, a Fortaleza, le attività - didattiche e non solo - dell'Escola filantropica Andrea Pescia? Quanti sono i bambini che, al momento, riuscite a seguire?

«Vorrei innanzitutto ricordare che il 10 febbraio ricorrono undici anni della dipartita di Andrea. La sua presenza è palpabile, ed è sempre con noi, grazie anche al nipotino André Júnior. Il figlio di Andrea vive con noi dal giugno del 2006, dallo stesso anno della morte del nostro ragazzo. Faremo, come sempre, una semplice cerimonia nella cripta della Chiesa del buon pastore, presso il quartiere Arcella di Padova. Lo scorso anno, nel decennale, la celebrazione è stata molto sentita; la cripta era piena, e hanno partecipato anche molte autorità del Comune di Padova. Per il resto non si può dire, purtroppo, che le istituzioni ci siano state molto vicine. Le attività dell'Escola procedono benissimo, e gli alunni hanno superato le 250 unità. Nel 2009, anno di nascita della struttura, erano 55: insomma siamo cresciuti molto. Gli addetti - insegnanti, ausiliarie, cuochi e ragazzo della sicurezza - sono solo nove. Vi si aggiunge la direttrice Maria Auremir Medeiros Almeida che - non dimentico mai di segnalarlo - dona la sua opera gratuitamente. Si tratta di un numero assai ridotto, a dimostrazione che con poco - se ci sono passione e desiderio di fare del bene - si può ottenere moltissimo. Sì, anche qui da noi in Italia, in molti potrebbero trarre utili conclusioni. Ecco, siamo bene organizzati, e questo ci rende orgogliosi».

Più in generale, qual è adesso la situazione economica della vostra associazione? Sono stati definitivamente superati quei problemi di liquidità, che stavano addirittura mettendo a rischio il futuro della vostra attività? Quali sono i più importanti canali di finanziamento?

«Nonostante un tasso di cambio che negli ultimi mesi ci ha penalizzato - mettendoci in grande difficoltà - non abbiamo arretrato, tutt'altro. In accordo con i dipendenti, abbiamo ridotto gli stipendi del 10%, cercando di azzerare gli sprechi. Abbiamo quindi aumentato la pubblicità su internet - Facebook, e-mail, condivisioni di gruppi - che è a costo zero, naturalmente. Abbiamo prodotto eventi di buon successo (spettacoli teatrali, il X Memorial di calcio giovanile, serate in compagnia, tombolate, la fantastica cena di fine anno a base di pizza, con una grande lotteria). E poi finalmente, grazie a Facebook, abbiamo trovato uno sponsor eccezionale. Meriterebbe più di un semplice cenno, l'incontro con Smartmedia - una multinazionale del multimediale - e con l'amministratore Clemente Spataro. Questi, dopo essersi travestito per due anni consecutivi da Babbo Natale, ci sta supportando con un 1% del fatturato aziendale, registrato in Italia. Il risultato è stato un bel regalo di fine anno, pari a magnifici diecimila euro. Insomma Babbo Natale esiste, e per i nostri scolari si è trasformato in Babbo Clemente. In conclusione, Spataro si è innamorato del nostro progetto, e lo ringraziamo tanto».

Ci può parlare degli eventi che l'associazione organizza in Italia, sia per ricordare Andrea Pescia, sia per sensibilizzare i nostri connazionali sul tema dell'infanzia in difficoltà?

«Espongo qualche dato e qualche numero. Gli introiti del cinque per mille 2015 sono cresciuti da 13mila a 15.500 euro, per un aumento delle donazioni da 320 a 371. Le comuni elargizioni sono state 250, contro le 210 dell'anno prima. Il loro ammontare è stato di 45mila euro, rispetto ai 32mila dei dodici mesi precedenti; e naturalmente sul dato ha inciso la fantastica regalia di Smartmedia. Il costo annuo - al tasso di cambio attuale di 3,37 - è di oltre 35mila euro; e noi speriamo che la nostra valuta, già debole, non si deprezzi ulteriormente rispetto al real. Sulle pagine Facebook ci seguono oltre 3.700 simpatizzanti; molti di loro ci aiutano concretamente, donando denaro, oppure prodotti alimentari. Gli associati, in Italia e all'estero, sono oltre un centinaio. Il libro "Urla nel silenzio - Il caso Pescia" ha superato le 40mila copie, mentre oltre cinquanta emittenti private italiane hanno trasmesso, sin dal 2014, il nostro film "Urla nel silenzio"».

Ha in programma un viaggio in Brasile, nello Stato del Ceará, per seguire da vicino, in prima persona, le attività della Scuola, o comunque per entrare in contatto con le Autorità locali?

« Ho in mente un ritorno a metà giugno ma prossimamente sarò più preciso … Fortaleza continua ad essere molto pericolosa. Naturalmente, in caso di nuova visita, inverò un dettagliato resoconto sulle reti social prima e dopo ».

Ci può elencare gli obiettivi dell'Associazione per l'anno in corso, e magari anche per gli anni a venire? E per chiudere, come presidente, vuole lasciare un messaggio alle Autorità italiane?

«Come accennato, con le istituzioni italiane non c'è mai stato un rapporto positivo. In pratica abbiamo ricevuto solo vane promesse. Sì, in passato il Vice Consolato onorario d'Italia a Fortaleza si è interessato a noi, e ci ha concesso un aiuto. Poi però il rapporto si è arenato. Con le Autorità brasiliane non abbiamo mai stretto alcun accordo. A mio giudizio un comportamento vergognoso, giacché noi stiamo aiutando i piccoli di questa Nazione. Oggi però il Paese, sconvolto da scandali di corruzione, sta arretrando sotto il profilo economico e sociale. Il Brasile è drammaticamente uno degli Stati più violenti al mondo. Cinque città della Regione Nordeste - guidate guarda caso da Fortaleza - figurano tra le 20 più pericolose della Terra. Ed io non dimentico come sia stato lasciato fuggire - dopo solo un lustro dalla condanna a 16 anni, nel 2014 - l'assassino di Andrea: nessuna autorità pare essersi interessata della vicenda. Date le premesse, come può interessare la nostra piccola, sana e vitale realtà, che potrebbe essere un esempio? Come può interessare una scuola dedicata a un italiano, che è stato ucciso da un brasiliano, tranquillamente evaso? Forse anzi diamo fastidio; anche perché sono solo gli italiani a sostenere - nella più assoluta indifferenza delle istituzioni locali - quest'autentico miracolo. E noi andremo avanti, finché il Cielo lo vorrà».

FRANCESCO GIAPPICHINI


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